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Le prossime vacanze di Trump

Le prossime vacanze di Trump

Nel panorama sempre più bizzarro della politica estera degli Stati Uniti, Donald Trump ha recentemente lanciato una proposta shock: trasformare la striscia di Gaza nella nuova Costa Azzurra

Il presidente americano, noto per i suoi progetti immobiliari e per le sue dichiarazioni a effetto, vorrebbe trasformare Gaza, attualmente segnata da conflitti e devastazioni, in un nuovo paradiso balneare sullo stile della Riviera Francese.

Sì, avete letto bene. La proposta includerebbe la creazione di spiagge immacolate, resort di lusso e cocktail al tramonto. C’è poi un piccolo dettaglio: lo spostamento di tutti i residenti palestinesi altrove. Perché, secondo la logica di questa visione, non si può avere una Costa Azzurra, senza prima sgombrare il campo dai suoi abitanti.

Trump prende il sole dietro le rovine di Gaza

Questa idea, che sembra uscita da una partita di SimCity con personaggi reali, solleva numerosi interrogativi etici, pratici e umanitari. Dove si sposterebbero i palestinesi coinvolti? La fantasia immobiliare prevede il trasferimento forzato in Egitto e in Giordania. Due stati che hanno subito respinto al mittente la proposta.  Inoltre, può essere credibile una soluzione al conflitto israelo-palestinese che preveda la rimozione forzata di un popolo? Forse si, se utilizzata per fare spazio a turisti e speculatori immobiliari, in cerca di un nuovo lido esotico.

L’ironia di questa proposta è talmente densa, che si potrebbe quasi tagliare con un coltello da cocktail. Ma mentre il mondo intero, fatta eccezione Israele, guarda con preoccupazione e spesso sconcerto alle dichiarazioni di Trump, la satira trova terreno fertile. Un mondo dove le complessità geopolitiche vengono risolte con la stessa semplicità con cui si decide di costruire un nuovo campo da golf o un grattacielo di lusso.

Immaginate la scena: Trump, con il suo abito firmato e il cappellino rosso, si ritrova a sorseggiare un cocktail su una spiaggia di Gaza, trasformata in un paradiso artificiale. E chi potrebbe avere accanto? Nientemeno che tre figure simbolo della persecuzione del popolo palestinese: Netanyahu, Smotrich e Ben Gvir.

Brinderebbero felicemente alla realizzazione del loro piano politico, mentre sullo sfondo, le case distrutte e i ricordi di un popolo, verrebbero spazzati via per fare spazio a questa grottesca visione di “pace” e “prosperità”.

Un merito però Trump ce l’ha: le sue “bombe”, normalmente, rimangono nei media senza esplodere. Quelle di Biden, il suo predecessore, hanno raso al suolo interi quartieri.

Biden in assetto militare

Le immagini in questo articolo sono frutto di elaborazione con IA generativa.

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